September, 30th – Saw Mr. N. of Roberts Brothers, and he gave me good news of the book. An order from London for an edition came in. First edition gone and more called for. Expects to sell three or four thousand before the New Year.
Era il 30 settembre del 1868. Un capolavoro della narrativa mondiale si affacciava sugli scaffali delle librerie americane: Little Women.
Nato come un romanzo per ragazze, di cui la narrativa americana dell’epoca risultava carente, conserva ancora oggi per le piccole e le grandi donne di tutto il mondo un sapore particolare: sa di adolescenza sì, ma sa di amore, famiglia, dolore, sentimento, amicizia, valori. Louisa May Alcott ebbe la capacità di trasporre in opera artistica il suo vissuto, rendendo ogni singolo lettore partecipe delle esperienze vissute dalle sorelle Anne (che come Meg si sposerà per prima), Jo (Louisa stessa), Beth (la sorellina Beth che purtroppo, come nel romanzo, morirà troppo giovane) e Amy (la sorella May, artista). Laurie sarà ispirato da Ladislas Wisniewski, un giovane polacco dalla carnagione olivastra, capelli neri, ricci, occhi neri, naso perfetto conosciuto durante il suo primo viaggio in Europa, nel 1865.
Tra loro, come tra Jo e Laurie, nascerà dapprima una splendida amicizia, per poi sfociare in amore. Ma la determinata Louisa, convinta che il miglior marito per una donna è la libertà, farà in modo che le loro strade si dividano, mentre, contro le richieste delle sue fan, nel diario scriverà “non farò sposare Jo con Laurie per compiacere nessuno!”
Nella bellissima cornice della Biblioteca San Matteo degli Armeni di Perugia, la casa editrice Jo March in collaborazione con Umbria Libri, ha organizzato una suggestiva giornata commemorativa per celebrare i 150 anni appena compiuti da Piccole Donne. Tra gli interventi di Cristiano Ragni sul tema dell’adolescenza e quello di Carlo Guerrini sulla storia degli adattamenti cinematografici, prima del sensazionale spettacolo di Cesare Catà Queste mani vuote, Lorenza e Valeria hanno organizzato una merenda sul prato con il Circolo Pickwick. Ricordate forse il gioco segreto delle nostre quattro piccole eroine, che si riuniscono e scrivono realizzando un giornale, traendo ovviamente spunto dall’amato Dickens e dalla sua prima opera Pickwick Papers. Beh, questa volta intorno al tavolo c’eravamo io, Pamela Gasperina Geroni e Debora Lambruschini. A completare il gruppo di quattro piccole donne, mancava solo Noemi Cuffia, impossibilitata purtroppo a raggiungerci. Quattro amanti della letteratura, quattro scrittrici, blogger, traduttrici, studiose, accomunate da una grande ammirazione per il capolavoro immortale di Louisa May Alcott, affascinate dalla tenacia di Jo e dalla ricompensa che dopo tanta fatica arriva per lei, come per Lou.
Ho raccontato di come, nella mia rilettura “da grande” di Little Women, sono rimasta piacevolmente colpita dal fatto che quel primo viaggio in Europa fu fondamentale per l’autrice. Come tutti i viaggi le aprì la mente, le consentì uno sguardo acuito sul mondo e sulle persone che incontrò, prese spunto da loro, narrò il viaggio nelle lettere che Amy scrive dall’Europa, ma soprattutto, con quel senso di spaesamento che il viaggio offre per un istante, quando ci si trova lontani da casa e si riflette su ciò che si è lasciato e ciò verso cui si sta andando. Louisa ebbe modo di pensare alla sua famiglia, alla perdita di Beth, al matrimonio di Anne, all’esperienza di infermiera sul campo durante la Guerra di secessione americana e ne trasse i dovuti insegnamenti. Comprese che quel vissuto racchiudeva morale, poesia, talvolta ironia, sentimenti e …lezioni di vita. Le venne in mente di parlare della sua pathetic family.
Una volta rientrata, nel maggio del 1868 iniziò a scrivere la storia per ragazze che Niles le aveva chiesto. Il 30 settembre Little Women fu dato alle stampe e iniziò a raggiungere il cuore di tutto il mondo!