La lettura ha di per sé qualcosa di magico!
Come il paesaggio appare allo sguardo di ciascun osservatore sotto una luce diversa, così un libro può raccontare infinite storie. Dipende dal lettore. Dipende da come esso si pone. Dipende da chi è. Dipende dal suo bagaglio culturale e dal suo vissuto. Dipende dal suo stato d’animo.
Animo… ovvero, secondo la definizione Treccani: l’anima dell’uomo, in quanto sede e principio delle facoltà intellettive, degli affetti, della volontà.
Se l’occhio, per dirla con Goethe, è quell’organo speciale con cui si osserva il mondo, è anche il mezzo per raggiungere quei fogli imbevuti d’inchiostro, colmi di lettere che si affiancano come soldati in riga, ordinate, tondeggianti e perfette. E da quell’assemblarsi di lettere e parole vengono evocate immagini che qualcuno ha catturato per noi: attimi, vite, personaggi, luoghi …il tutto fermato su carta e tenuto insieme da una copertina più o meno accattivante, dal titolo attraente. Il nostro intelletto interpreta, e fa scaturire nel nostro animo emozioni. Se sappiamo scegliere il libro giusto, quello scritto con parole così vicine a noi, ci ritroveremo a caderci dentro a testa in giù, come Alice nella tana del Bianconiglio. Ci renderemo conto di avere amici che non sapevamo e che quanto sta succedendo a noi in questo preciso momento della vita, è successo ad altri. Ci sentiamo così più forti, più compresi, quasi invincibili. In noi nasce quella bramosia di ritrovare al più presto quegli stessi amici, di seguirli nelle loro avventure, muti osservatori, ma così partecipi che ci mettiamo il cuore, l’animo.
Qualcuno definisce il lettore autentico come colui che volontariamente si estranea dalla realtà, paragonandolo a volte all’effetto di dipendenza che produce il moderno smartphone. Temo, ahimé, che chi parli così, non abbia ancora trovato il libro giusto, il suo genere, il personaggio in cui meglio si raffiguri. E’ stato magari attratto da qualche copertina o titolo che non ha poi rispecchiato le proprie aspettative, e così… delusione dopo delusione, si è allontanato dai libri. E’ un po’ quello che talvolta succede anche con l’Amore… a furia di scottarsi non ci si crede più. Personalmente per lettore trovo il sinonimo perfetto in sognatore. Gente strana i sognatori! Tuttavia, quando leggo, mi immedesimo perfettamente nel comportamento di un sognatore:
Il sognatore, se è necessaria una sua definizione dettagliata, non è un uomo, ma, sapete, una sorta di essere di genere neutro. Il più delle volte si stabilisce da qualche parte in un angolo inaccessibile, come se vi si volesse nascondere persino dalla luce del giorno, e, quando vi entra, aderisce al suo angolo come una chiocciola o, per lo meno, sotto questo aspetto assomiglia molto a quell’interessante animale che è al tempo stesso l’animale e la sua casa, e viene chiamato tartaruga.
(Dostoevskij, Le notti bianche)
Fortunatamente ora c’è un luogo in cui anche il lettore più principiante può trovare il libro giusto, quello più adatto al proprio animo e al proprio stato d’animo. A Firenze è nata infatti la Piccola Farmacia Letteraria, una libreria in cui i libri sono catalogati per “patologia” e dotati di bugiardino come una vera e propria medicina, con tanto di indicazioni e posologia. Controindicazioni: nessuna. Leggere è la miglior cura!
Che siate felici, ansiosi, tristi, stressati, se uscite da una storia finita male, un divorzio, una maternità mancata, una perdita, se siete in piena crisi adolescenziale o di mezza età, se siete tipi timidi, nostalgici, troppo ambiziosi o con poca autostima qui c’è quel che fa per voi. E anche per voi, amanti dei viaggi, o voi, che credete nel grande valore dell’amicizia. Non servono prescrizioni, entrate e guardatevi intorno. Sugli scaffali trovate indicazioni e suggerimenti per scovare il libro che fa per voi. E poi c’è Elena, che con la sua esperienza in una grande catena di librerie ha saputo cogliere le necessità dei lettori, le loro richieste, e assecondarle realizzando un apposito catalogo ragionato suddiviso in più di sessanta categorie. Non so voi, ma nelle mega-librerie trovo difficile esprimermi, ritrovarmi: trovo più facile perdermi, anche e soprattutto d’animo! A quella che definirei “impersonalità” di una grande catena di librerie, Elena ha deciso di ovviare creando la sua deliziosa Farmacia Letteraria, che in soli 35mq si offre come un enorme contenitore di emozioni pronte a risvegliare gli animi di lettori e sognatori. Penso a quando Dostoevskij scriveva:
Ci sono, Nasten’ka se non lo sapete, ci sono a Pietroburgo, degli angoletti piuttosto strani. In questi luoghi è come se non gettasse mai lo sguardo lo stesso sole che splende invece per tutti gli altri abitanti della città, ma che a gettare lo sguardo sia un altro sole, nuovo, ordinato apposta per questi angoli, e che vi splenda con un’altra luce, particolare. In questi angoli, dolce Nasten’ka, si vivacchia una vita del tutto diversa, che non assomiglia a quella che ferve attorno a noi, una vita che potrebbe svolgersi in un regno invisibile in capo al mondo, ma non da noi, nella nostra epoca seria, serissima. […] Ascolterete Nasten’ka, ascolterete che in questi angoli tirano a campare persone strane, i sognatori.
Ce ne sono in ogni luogo di questi angoletti, basta avere occhi giusti per scovarli. Io intanto ve ne ho indicato uno in Via di Ripoli 7 rosso, a Firenze: la Piccola Farmacia Letteraria! Se andate, fatemi sapere come vi siete trovati. Sono sicura che sarà un vero toccasana!!
P.S.: c’è anche la sezione per la dipendenza da viaggi!