Amo i ricordi, gli oggetti che li
sanno custodire e raccontare, amo il passato e ricordarlo, fermarmi a parlare
ed ascoltare vite che incantano, scrivere, leggere, acquistare un libro usato e
soffermarmi sulle sottolineature di altri, cercare una firma, un messaggio, una
dedica. Adoro quando all’interno trovo delle lettere o biglietti. “Anche a me
succede a volte con i dischi” mi raccontò una volta.

Così, quando torniamo a Milano, il
sabato abbiamo una tappa fissa, uno di quegli appuntamenti suoi, che sono
diventati nostri: la fiera di Sinigaglia. Storico mercatino delle pulci, il più
vecchio di Milano. Risale all’Ottocento e si svolge lungo Ripa di Porta
Ticinese, sul Naviglio Grande. Ci piace osservare oggetti curiosi e vintage, andare
a caccia di lampade di design, scegliere libri da aggiungere alle nostre
librerie, io che scelgo cartoline viaggiate e francobolli letterari, lui che cerca
tra i vinili qualche tesoro da aggiungere alla collezione e da ascoltare l’indomani
mattina, in una lenta e pigra domenica mattina.
Poi a volte allunghiamo il nostro
itinerario. Siamo di quelli che, sì ci piace visitare i luoghi da non perdere,
ma in realtà perderci è il nostro passatempo preferito! Così dalle strade
principali deviamo nei vicoli e andiamo alla scoperta di angoli e scorci
insoliti, più locali, veri, meno turistici. Scopro la città a poco a poco,
passo dopo passo, con calma, andando al suo cuore, con chi lì è cresciuto e ne
conosce gli incanti. Una settimana fa siamo tornati in un posto che mi aveva
affascinata già mesi prima. Quasi di fronte alle bellissime Colonne di San
Lorenzo c’è una strada che si chiama Via Scaldasole. Percorsi pochi metri
troverete due librerie: l’antiquaria Alfea e la Libreria Scaldasole. Sono
entrata in entrambe, ma sono tornata nell’ultima.
Sarà che avevamo rivisto da poco C’è
posta per te, il film in cui Meg Ryan gestisce la piccola libreria Dietro l’Angolo,
sarà che luoghi del genere e atmosfere così mi scaldano letteralmente il cuore,
ma io in questa Libreria Scaldasole mi sono sentita bene. Direte, cosa vuol
dire? Vuol dire che io amo da matti i libri, la letteratura, la scrittura, ma
nelle librerie di catena non mi ci sento per niente a casa. Cioè… non so se vi
capita mai, ma mi sento in tensione, come se non fossi a mio agio. Sono spersonalizzate.
Invece lì, sì, mi sono sentita bene. Perché dietro il bancone c’è una ragazza
che ama e sa ciò che fa, ama condividerlo. Lo si percepisce.

Quando varchi quella porta, ti
lasci prima incantare dal suono della campanella sulla porta, poi saluti e
inizi a guardarti intorno. Lei aspetta, non ti assale per cercare nel catalogo se
quello che cerchi c’è, perché spesso entriamo nelle librerie senza un titolo in
mente, col bisogno di lasciarsi incantare. Ti lascia assaporare ciò che ha
scelto per te, ciò che ha allineato sui ripiani. Libri, ma non solo. Oggetti,
giocattoli del passato, cartoline, foto, quadri, fiori secchi, vecchi quaderni,
album antichi, una poltrona per i più grandi e seggioline per i più piccoli. Libri suddivisi per argomenti e tematiche,
allineati con garbo sugli scaffali. File monocromatiche che creano un effetto
accattivante. Libri nuovi in catalogo, ma anche tanti libri di seconda mano.
“Seconda mano”, “usati” …termini
che hanno un’assonanza negativa. A ben pensarci, se ci prestate attenzione,
sono storie senza tempo, pensieri fissati sulla carta, resi immortali per la
condivisione universale del sapere e del pensiero. La primissima vita è quella
che hanno avuto con il loro autore. La seconda è quella del primo lettore e
custode, colui o colei che ha preferito salvarli dal macero e dall’oblio per
farli vivere ancora, in altre case, sfogliati da altre mani. Un passaggio di consegne,
una condivisione di interessi, un messaggio segreto. Forse sarebbe meglio
chiamarla “seconda vita”.
Ho chiesto alla proprietaria se avesse
testi sul bon-ton in viaggio, poi sono scesa lungo la scala a chiocciola al piano
di sotto dove mi aveva indicato la sezione dei viaggi. Qui mi sono imbattuta
sui libri in lingua straniera. Tra i francesi gli occhi si sono fermati su Les Rendez-vous italiens di
Gabriel Faure, autore francese vissuto a cavallo tra Otto e Novecento, della
cui scrittura sono letteralmente innamorata. È stato un grande appassionato
dell’Italia, ma purtroppo da noi dimenticato. Ama i luoghi letterari, come me! In
questo che sfoglio, parla anche della morte di Wagner a Venezia. Mi rammarico
di non averlo trovato prima, quando scrivevo la mia guida letteraria su Venezia
di Carta.
Tornata di nuovo al bancone, incontro
il sorriso della ragazza che mi chiede se colleziono libri di questa tematica o
se faccio ricerca. Entrambe, le spiego. Iniziamo a parlarne, le dico che tipo
di testi scrivo, della collana che dirigo. E allora mi chiede come mi chiamo e
mi racconta a sua volta delle attività che organizza in libreria. Sembra proprio
che abbiamo interessi comuni e che ci risentiremo sicuramente. Alchimie che
nascono per caso, in luoghi inaspettati…se poi sono anche incantevoli come
questo! Da oggi la chiamerò Libreria Scalda-cuore!
