Buon compleanno Piccole Donne!

September, 30th – Saw Mr. N. of Roberts Brothers, and he gave me good news of the book. An order from London for an edition came in. First edition gone and more called for. Expects to sell three or four thousand before the New Year.

Era il 30 settembre del 1868. Un capolavoro della narrativa mondiale si affacciava sugli scaffali delle librerie americane: Little Women.

Nato come un romanzo per ragazze, di cui la narrativa americana dell’epoca risultava carente, conserva ancora oggi per le piccole e le grandi donne di tutto il mondo un sapore particolare: sa di adolescenza sì, ma sa di amore, famiglia, dolore, sentimento, amicizia, valori. Louisa May Alcott ebbe la capacità di trasporre in opera artistica il suo vissuto, rendendo ogni singolo lettore partecipe delle esperienze vissute dalle sorelle Anne (che come Meg si sposerà per prima), Jo (Louisa stessa), Beth (la sorellina Beth che purtroppo, come nel romanzo, morirà troppo giovane) e Amy (la sorella May, artista). Laurie sarà ispirato da Ladislas Wisniewski, un giovane polacco dalla carnagione olivastra, capelli neri, ricci, occhi neri, naso perfetto conosciuto durante il suo primo viaggio in Europa, nel 1865.

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Nom de plume

E’ un po’ di tempo che vorrei scrivere di quelle donne del passato che, prima di noi, hanno creato, scritto e al tempo stesso hanno dovuto celare il proprio nome, crearsi un nom de plume, vergognarsi del dono che avevano ricevuto: la sensibilità d’animo e le loro capacità. Mi vengono in mente Elizabeth Gaskell, che pubblicò i suoi primi libri firmando semplicemente by a Lady, George Sand pseudonimo maschile di Amantine Aurore Lucile Dupin, Beatrix Potter e molte altre che, come loro, dovettero affrontare la difficoltà di far accettare, al pubblico medio dei lettori, il fatto che una donna potesse essere un’artista di qualità pari a quella di un uomo.
Selma Lagerlöf nel 1909 fu la prima donna al mondo a ricevere il Premio Nobel per la Letteratura. Qualche anno dopo, nel 1926, fu la volta di Grazia Deledda: si tratta, per le donne, di una vera e propria conquista.
A Selma e Grazia, ma anche a tutte coloro che hanno lottato per il loro sogno, dobbiamo dire grazie per aver dato voce all’universo letterario femminile, ad aver gettato le basi e costituito le condizioni affinché tutte le scrittrici venute dopo di loro potessero realizzare il proprio sogno. Siamo figlie di questa arte e nipoti di queste donne tenaci e coraggiose: abbiamo il compito di passare l’eredità della loro memoria.

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The revery alone will do!

To make a prairie it takes a clover and a bee
One clover, and a bee,
And revery.
The revery alone will do,
If bees are few.

Questa poesia, scritta da Emily Dickinson nel 1755, è stata la fonte di ispirazione di un bellissimo progetto dal titolo Basterà il sogno! di Lucia de Marco, giovane artista che ha fatto dell’acquerello la sua specialità. Lucia si lascia ispirare dalla natura e dalla letteratura… come me, che faccio della letteratura la fonte d’ispirazione per itinerari nello spazio e nel tempo.
Con Basterà il sogno! ritrae le persone ad occhi chiusi, mentre sognano appunto, e le circonda di tutto ciò che amano, dall’abbigliamento, ai luoghi, i fiori, gli oggetti che li contraddistinguono. Ho voluto assolutamente che fosse lei a realizzare il mio nuovo logo!!

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We will remember them!

Ultima chiamata per il volo British Airways BA0541 per Heathrow!
Esattamente un anno fa io e la mia valigia rossa rispondevamo “presenti” alla chiamata delle hostess della British Airways. Ero riuscita ad infilare tutto nel bagaglio a mano, visti i numerosi spostamenti che avrei dovuto fare tra Scozia ed Inghilterra in meno di una settimana. La maggior parte del peso era dovuta ai libri ed al materiale per le conferenze: viaggiavo con personale del Parco Letterario Le Terre di Dante, organizzatori del tour “Dante in Europe 2016… towards 2021”. Con me, Anna e Valentina, per presentare al mondo anglosassone alcune delle eccellenze dei luoghi danteschi: il Ravenna Festival ed il territorio del Mugello. Io presentavo il mio libro L’Italia con gli occhi di Dante. Guida del viaggiatore, che ben si accosta come guida attraverso le Terre di Dante.

 

Il suono di ogni passo fatto sul suolo scozzese ed inglese ha riecheggiato dentro di me in un susseguirsi di emozioni. Ho applicato ed acutizzato tutti i miei sensi per far sì che ogni minimo dettaglio, ogni luogo, tradizione, parola, evento potessero restare con me per sempre. E così sembra essere stato, se ad un anno di distanza ripenso ad una celebrazione molto sentita in Inghilterra il Remembrance Day, conosciuto anche come Armistice Day o Poppy Day.

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Un… “teatro” a cielo aperto

Ho aperto gli occhi sul cielo limpido di un sabato mattina di fine settembre. Il calore del sole è sceso sulle mie spalle come un leggero foulard e mi ha scaldato il cuore. Passando davanti allo specchio ho notato un’insolita luce nei miei occhi… qualcosa dentro mi diceva di andare.
Non sapevo esattamente dove: avevo raccolto qualche informazione spicciola e l’ho sommata all’istinto ed a qualche indicazione. Ad una svolta della strada, il panorama sulla valle si è aperto e sulla sinistra, dopo l’ultima curva, è apparso.
Castelnuovo dei Sabbioni, il vecchio paese, quello che chiamano il paese fantasma.
Se ne stava lì quasi nascosto.

Ho aperto lo sportello della macchina e la prima cosa che mi ha colpita è stato l’assoluto silenzio, rotto solo dal ronzio di qualche calabrone e dallo starnazzare che proveniva dal lago giù nella valle.

 

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Piccoli borghi e la “strana” usanza di salutarsi…

Lontani dalle grandi città, dal traffico e dalla frenesia che ormai caratterizzano la vita e la quotidianità della maggior parte di noi, ci sono piccoli borghi silenziosi che se ne restano in disparte, strade e porte aperte per chi ha il desiderio di addentrarvisi e scoprirli. E’ in uno di questi che già all’età di due anni ho lasciato qualcosa di me… ed è lì che ho imparato quella “strana” usanza di salutarsi quando ci si incontra per strada!
Già, perché oggigiorno ormai siamo diventati scettici, ciò che sentiamo in TV o leggiamo sul giornale, la realtà stessa che ci circonda, ci spinge necessariamente ad alzare la guardia e non fidarsi di nessuno, non parlare, non sorridere, non condividere. “Non accettare caramelle dagli sconosciuti” è stato il leitmotiv della nostra infanzia ed è ciò che trasmettiamo, anche se con parole diverse, nel quotidiano ai nostri figli. Oggi che non ci è più concesso girare tranquillamente la sera, fare amicizia, scambiarsi un numero di telefono, e anzi… teniamo nascosti i nostri dati e ci appelliamo continuamente al diritto di tutela della privacy… oggi ci suona così strano passare tra le strade di un piccolo paese, lasciare che occhi locali ci fissino e ci scrutino interrogandosi a vicenda su chi potremmo mai essere, se semplici forestieri di passaggio o nuovi abitanti. E chissà mai cosa ci ha spinti ad arrivare fin lì…

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Appunti sul… quaderno di viaggio

Nell’aria si inizia a percepire profumo di vacanze!A questo proposito vi segnalo uno degli ultimi deliziosi prodotti editi da Jo March, al quale ho lavorato come traduttrice di un piccolo ma sfiziosissimo estratto che introduce questo Quaderno di Viaggio.

A costo di sembrare indelicata, cosa che certamente non intendo essere, devo iniziare col dire che se i viaggiatori non saranno disposti a lasciarsi i propri pregiudizi nazionali dietro alle spalle e a vedere tutto ciò che caratterizza ed eccelle in un paese straniero, senza trovare difetti in ciò che non è a noi comune, faranno meglio a restarsene a casa.

Le parole sono di Mary Cadwalader Jones, una scrittrice e agente letteraria americana che nel 1900 si prende la briga di scrivere un vero e proprio manuale per le donne che decidessero di mettersi in viaggio senza l’accompagnamento di un uomo.

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